I disturbi dello spettro autistico (ASD) sono disturbi del neurosviluppo caratterizzati da alterazioni nelle capacita di comunicazione e nelle interazioni sociali, associati a restrizione degli interessi e a comportamenti ripetitivi, che esordiscono nella prima infanzia e possono associarsi a disabilità intellettiva.
La prevalenza dell’ASD è aumentata costantemente negli ultimi decenni. Sebbene i meccanismi alla base dell’eziologia e delle manifestazioni dell’ASD non siano ben compresi, sia fattori genetici e che ambientali (come l’esposizione a vari xenobiotici), sembrano contribuire all’espressione della malattia.
Le caratteristiche fisiopatologiche dell’autismo sono rappresentate dall’infiammazione del tessuto cerebrale espressione di una disregolazione del sistema immunitario e delle attività neuronali dipendenti da esso.
Inoltre, è ormai nota un’associazione fra la presenza di disturbi gastrointestinali caratterizzati da un’importante squilibrio della flora intestinale (disbiosi del microbiota) e livelli significativamente più elevati di irritabilità, ansia e isolamento sociale, oltre che con la gravità complessiva del disturbo autistico.
Quando il microbiota è fuori equilibrio, dall’intestino dipartono segnali infiammatori, la parete intestinale può essere danneggiata perdendo la funzione di filtro selettivo, lasciando passare “tossine” che raggiungono il cervello e innescando reazioni infiammatorie ed immunitarie.
Il legame tra problemi digestivi e autismo è correlato principalmente a:
- infiammazione cronica,
- disbiosi del microbiota e infiammazione intestinale,
- reflusso acido all’interno del tratto gastrointestinale.
Questo legame tra l’asse intestino-cervello e ASD provoca nei bambini un rischio di carenze nutrizionali, che possono aggravare i problemi cognitivi già presenti e influenzare in negativo le risposte immunitarie.
Se da un lato il lavoro psico-educativo aiuta il bambino a migliorare le funzioni cognitive, comportamentali e comunicative, dall’altro il lavoro sull’ alimentazione permette di lenire i disturbi gastrointestinali, spesso invalidanti, e di supportare l’aspetto neurologico (umore, attenzione, emozioni…).
Il miglioramento dei sintomi intestinali e il riequilibrio di una microflora funzionale sono altresì fondamentali per un miglior assorbimento di nutrienti e micronutrienti per la crescita del bambino e nutrire il cervello, abbassare l’infiammazione e regolare la risposta immunitaria.
Nonostante ad oggi non esistono delle vere e proprie linee guida sul trattamento dietetico nutrizionale nei disturbi dello spettro autistico, l’esperienza clinica mostra come la modulazione della dieta e la corretta integrazione possano migliorare molto la sintomatologia neurologica e gastrointestinale.
Il denominatore comune dei protocolli dietetici è un modello anti-infiammatorio, finalizzato al trofismo della barriera intestinale, ricco di nutrienti funzionali. La dieta e la corretta integrazione (quando necessaria) sono tra i più importanti modulatori del microbiota.
Una valutazione nutrizionale e un protocollo alimentare personalizzato sostengono il bambino ed il genitore nel migliorare la sintomatologia autistica e la qualità di vita.