Come biologa nutrizionista, mi capita spesso di affrontare in studio una delle domande più semplici all’apparenza, ma con implicazioni importanti sulla salute: “Quanto sale posso usare al giorno?”
Non è raro che, tra un’anamnesi alimentare e un diario settimanale, mi accorga che molti pazienti sottovalutano l’impatto del sodio nella loro dieta quotidiana. Non parliamo solo del classico pizzico di sale aggiunto a tavola, ma anche — e soprattutto — di quello “nascosto” negli alimenti confezionati, nei salumi, nei formaggi stagionati o in certi prodotti industriali.
Il sale è senza dubbio un ingrediente centrale nella nostra cultura gastronomica. Aggiunge sapore, stimola l’appetito e, diciamocelo, fa parte di molte ricette della tradizione. Tuttavia, il suo consumo eccessivo può rappresentare un pericolo silenzioso, legato a disturbi come l’ipertensione, la ritenzione idrica e altri problemi cardiovascolari.
Con questo articolo voglio guidarti a capire quale sia la quantità raccomandata di sale al giorno, quali rischi si corrono in caso di eccessi, e soprattutto come ridurlo in modo pratico, senza dover rinunciare al gusto. Ti fornirò consigli applicabili, esempi concreti tratti dal mio lavoro quotidiano e una panoramica chiara su ciò che dice la scienza.
Il mio obiettivo è aiutarti a diventare più consapevole delle tue scelte alimentari, perché anche un piccolo gesto — come ridurre il sale — può avere un grande impatto sulla tua salute a lungo termine.
Perciò, buona lettura!!
Dott.ssa Cristina Maritan
Biologa Nutrizionista – Team di Nutrizione Sana
Tabella dei Contenuti
1. Quanto Sale al Giorno: Linee Guida Ufficiali e Raccomandazioni
1.1 Le indicazioni dell’OMS e delle autorità sanitarie italiane
Ritengo fondamentale partire da un dato certo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il consumo di sale non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno per un adulto sano, quantità corrispondente circa a un cucchiaino da tè.
Anche il Ministero della Salute italiano ribadisce questa raccomandazione nelle sue linee guida ufficiali, sottolineando come un eccesso di sale nella dieta sia strettamente associato a un aumento del rischio di patologie quali ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e ictus.
Tuttavia, le statistiche mostrano che la popolazione italiana consuma mediamente tra i 9 e i 10 grammi di sale al giorno, quasi il doppio della soglia raccomandata. Questo evidenzia un’importante area di miglioramento che può avere un impatto significativo sulla salute pubblica.
1.2 La quantità ideale: cosa si intende per “5 grammi al giorno”?
Quando parliamo di 5 grammi di sale al giorno, non ci riferiamo solo al sale che aggiungiamo alle pietanze, ma anche a quello che si trova nei cibi industriali, nei prodotti da forno, nei formaggi, nei salumi e persino in alcune bevande.
Nella pratica quotidiana in studio, consiglio ai miei clienti di tenere a mente un principio semplice: oltre il 70% del sale che assumiamo arriva da alimenti già pronti. Quindi, non basta limitare il sale aggiunto in cucina, ma occorre anche dare un occhio alle etichette alimentari.
Un esempio concreto di “vita da studio”: molti pazienti pensano di mangiare sano scegliendo una fetta di pane integrale o una scatoletta di tonno naturale… salvo poi scoprire che contengono quantità non trascurabili di sodio! Educare a riconoscere questi dettagli fa una grande differenza.

1.3 Sale vs Sodio: differenza tra le due unità e conversione pratica
Un altro concetto chiave che chiarisco sempre in consulenza è la differenza tra sale e sodio:
- Il sodio è un elemento chimico presente nel sale.
- Il sale da cucina (cloruro di sodio) è composto per circa 40% da sodio e 60% da cloro.
La conversione pratica è semplice:
1 grammo di sodio = circa 2,5 grammi di sale.
Quindi, quando sulle etichette troviamo indicato il contenuto di sodio, dobbiamo moltiplicarlo per 2,5 per avere un'idea approssimativa della quantità di sale totale contenuta in quell’alimento.
1.4 Etichette alimentari: come leggere il contenuto di sale nei prodotti confezionati
Ma come si devono leggere le etichette nutrizionali?. Ecco alcune semplici linee guida:
- Un alimento è considerato basso in sale se contiene meno di 0,3 g di sale per 100 g di prodotto.
- È considerato ad alto contenuto di sale se supera 1,5 g di sale per 100 g.
Allenare l’occhio a cercare questi dati può sembrare faticoso all’inizio, ma diventa un’abitudine preziosa per scegliere prodotti più sani. Durante un percorso nutrizionale mi soffermo spesso a costruire consapevolezza individuando una lista di alimenti “amici”, poveri di sodio ma ricchi di gusto, al fine di prevenire condizioni patologiche.
Non smetteremo mai di dirlo: leggere correttamente le etichette alimentari sono essenziali per rispettare uno stile di vita sano e ecosostenibile. A cosa prestare piu’ attenzione? Te lo diciamo Noi! Scopri Come leggere le etichette alimentari: guida pratica per una scelta consapevole.
2. Gli Effetti del Sale sul Corpo
2.1 Pressione alta, ritenzione idrica e salute cardiovascolare
Tra le mie priorità c’è quella di far comprendere ai clienti come l’eccessivo consumo di sale non sia un problema da sottovalutare. Una quantità elevata di sodio nel sangue favorisce la ritenzione idrica, costringendo il cuore a lavorare di più per pompare il sangue. Questo processo porta a un aumento della pressione arteriosa, una delle principali cause di infarto, ictus e insufficienza renale.
È importante ricordare che l’ipertensione spesso non dà sintomi evidenti, ma agisce silenziosamente danneggiando nel tempo i vasi sanguigni. Durante i colloqui nutrizionali, capita di riscontrare persone convinte di essere “in salute” solo perché si sentono bene, oppure perché hanno sempre mangiato così e non è mai successo niente; proprio perché esistono condizioni che non si manifestano con dei sintomi evidenti, fin da subito, è bene valutare attentamente lle abitudini alimentari e, nello specifico, conoscere quanto sale realmente consumiamo per prevenire un alterazione della fisiologia dell’organismo.
2.2 Il legame tra sale e aumento di peso: mito o realtà?
Una domanda che ricevo frequentemente è: "Dottoressa, è vero che il sale fa aumentare di peso?" La risposta è dipende. Il sale in sé non contiene calorie, quindi non fa prendere peso direttamente per surplus calorico. Tuttavia, favorendo la ritenzione idrica, può causare un aumento temporaneo del peso corporeo visibile sulla bilancia e una sensazione di gonfiore, soprattutto a livello addominale e agli arti inferiori, ma si tratta pur sempre di liquidi. Inoltre, un eccesso di sale stimola la sete e può spingere a consumare bevande, per esempio anche quelle più zuccherate, o a mangiare di più, portando nel lungo periodo a un reale aumento di peso. Nel mio studio, ad esempio, capita spesso che chi lamenta difficoltà nel perdere peso, nonostante una dieta apparentemente corretta, migliori rapidamente solo con un'attenzione mirata nell’utilizzo del sodio nella dieta.
2.3 Segnali del corpo in caso di eccesso di sale
Il nostro corpo ci invia segnali quando il carico di sodio è eccessivo. Alcuni dei sintomi più comuni che spiego ai clienti sono:
- Gonfiore alle mani, ai piedi o al viso
- Aumento della sete
- Mal di testa ricorrenti
- Affaticamento o senso di spossatezza
- Crampi muscolari

Sono campanelli d’allarme che non vanno ignorati. Se noti uno o più di questi sintomi senza una causa apparente, potrebbe essere il momento di rivedere le tue abitudini, anche quelle che riguardano il consumo di sale.
2.4 Esperienze in ambulatorio: quando il troppo sale si nota già dal colloquio
Ogni tanto mi capita di intuire già dal primo colloquio un consumo eccessivo di sale.
Ad esempio, una cliente arrivò lamentando una sete continua e una sensazione di “gambe pesanti” nonostante praticasse attività fisica. Analizzando il suo diario alimentare, emerse un alto consumo di snack confezionati, formaggi stagionati e cibi pronti come burger vegetali o insaccati o tonno in scatola.

Riducendo progressivamente il sodio e le frequenze di consumo di alcuni cibi confezionati, trovando delle alternative più fresche, non solo migliorò i sintomi, ma anche il suo benessere generale, il riposo notturno e la performance sportiva.
3. Strategie Pratiche per Ridurre il Sale Senza Sacrificare il Gusto
3.1 Cucinare con più gusto e meno sodio: spezie, erbe aromatiche e agrumi
Quale può essere un modo per ridurre il sale in cucina? Per esempio imparare a sostituire il sale con spezie o erbe aromatiche che esaltano il sapore dei piatti.
Le spezie (come curcuma, paprika dolce, pepe nero) e le erbe aromatiche fresche (come rosmarino, basilico, prezzemolo, salvia) sono veri alleati in cucina. Anche gli agrumi (limone, lime) offrono un tocco di acidità che può “risvegliare” il gusto degli alimenti in modo naturale.
Un trucco pratico che consiglio spesso è quello di preparare mix di spezie personalizzati: ad esempio, una combinazione di pepe nero, paprika dolce e origano può dare grande sapore a carni e verdure senza bisogno di sale aggiunto.
3.2 Tecniche di cottura che esaltano il sapore naturale degli alimenti
Anche come cuciniamo influisce sul gusto finale dei piatti. Tecniche come:- La cottura al vapore preserva il sapore autentico degli alimenti.
- La grigliatura o la cottura alla piastra caramellizzano naturalmente gli zuccheri presenti, regalando sapidità senza bisogno di sale.
- La marinatura con succo di limone, aceto di mele o yogurt permette di insaporire carne, pesce e verdure prima della cottura.
3.3 Esempi pratici dal mio studio: menu settimanali low-sodium
Nel mio lavoro, propongo frequentemente menu settimanali che tengano conto anche di un ridotto consumo di sale, bilanciati e gustosi. Ecco alcune idee che suggerisco:
- Colazione: yogurt bianco naturale con frutta fresca e noci.
- Pranzo: insalata di farro con verdure grigliate e dressing al limone.
- Cena: filetto di orata al vapore con contorno di broccoli aromatizzati al timo.
Un cliente che ha seguito uno di questi programmi mi raccontava quanto inizialmente fosse difficile rinunciare al sapore “forte” del sale, ma già dopo due settimane il palato si era adattato, apprezzando nuovi sapori più delicati e naturali.
3.4 Il sale “nascosto”: dove si trova anche se non lo aggiungiamo
Ridurre il sale non significa solo togliere la saliera dalla tavola. Come spiego sempre in studio, il vero pericolo è il sale nascosto. Alcuni esempi:
Alimenti Ricchi di Sale da Limitare
- Pane e prodotti da forno industriali
- Snack salati (patatine, cracker)
- Formaggi stagionati
- Salse e condimenti pronti
- Insaccati e conserve
Leggere attentamente le etichette è fondamentale per evitare un consumo inconsapevole.
Un consiglio pratico che do spesso è di preferire alimenti freschi e, dove possibile, cucinare in casa, perchè possiamo controllare esattamente gli ingredienti e il condimento. Anche quando si è spesso fuori a mangiare, preferire dei piatti semplici e possibilmente chiedere di non condire ma di farlo a parte, quando vi arriva a tavola il piatto.

Cerchi ispirazione per cucinare la pasta in modo sano, originale e saporito? Leggi le nostre idee: Ricette di pasta: idee e consigli su Nutrizione Sana
4. Alimenti con Troppo Sodio: Quali Evitare e Quali Scegliere
4.1 Gli alimenti trasformati più critici (insaccati, snack, piatti pronti)
Quando si parla di ridurre il consumo di sale, il primo passo concreto è individuare gli alimenti che, anche senza che ce ne accorgiamo, portano più sodio nella nostra dieta.
I principali “colpevoli”, come già anticipato, sono:
- Salumi e insaccati come prosciutto, salame, bresaola
- Formaggi stagionati (parmigiano, pecorino, gorgonzola)
- Snack confezionati (patatine, salatini, crackers)
- Piatti pronti e zuppe industriali
- Pane industriale e prodotti da forno confezionati
Questi alimenti non sono da demonizzare totalmente, ma devono essere consumati con moderazione e consapevolezza.
Nel mio lavoro quotidiano, spiego spesso ai clienti come una colazione “salata” con pane confezionato e affettato possa far raggiungere quasi la metà del fabbisogno giornaliero di sale… prima ancora di arrivare a pranzo! Il problema delle colazioni salate, per quanto risultino apparentemente più sazianti, spesso ricade proprio nello sbilanciamento delle frequenze di consumo di alcuni alimenti che sono anche tra quelli, notoriamente, più salati.

4.2 Versioni “senza sale aggiunto”: quando convengono davvero?
Negli ultimi anni sono sempre più diffusi prodotti con la dicitura “senza sale aggiunto” o “a basso contenuto di sodio“.
Sono opzioni valide? Sì, ma con alcune precisazioni.
Bisogna prestare attenzione all’intero profilo nutrizionale: a volte questi prodotti compensano la riduzione di sale aumentando zuccheri o grassi per migliorare il sapore.
Il consiglio è sempre quello di leggere l’etichetta e preferire alimenti il più possibile semplici, freschi e minimamente processati.
4.3 Guida alla spesa consapevole: cosa mettere nel carrello
Per aiutare concretamente chi vuole ridurre il sale, propongo spesso una lista della spesa “salva-salute”, composta da alimenti naturalmente poveri di sodio:
- Frutta fresca e verdura di stagione
- Legumi secchi o in scatola sciacquati
- Pesce fresco o surgelato al naturale
- Carni fresche non lavorate
- Cereali integrali non processati
Un trucco utile che insegno è posizionare nel carrello prima frutta, verdura e alimenti freschi, e solo dopo eventualmente integrare con prodotti confezionati scelti con attenzione. In questo modo si dà priorità alla qualità.
Vuoi altri spunti e consigli per adottare un’ Alimentazione Sostenibile e che rispetti le Biodiversità? Leggi il nostro articolo su Come le Scelte Alimentari Possono Salvaguardare il Pianeta.
4.4 Consigli di vita da studio: come faccio a rieducare il palato dei miei pazienti
Un aspetto affascinante che vedo ogni giorno è quanto il palato si possa rieducare. Quando si riduce gradualmente il consumo di sale, le papille gustative si adattano, diventando più sensibili ai sapori naturali degli alimenti (SPOILER: succede veramente!! Vale anche per lo zucchero da cucina) Spesso racconto di una sodica che, dopo due mesi di dieta iposodica, non riusciva più a tollerare i cibi confezionati che prima adorava: li trovava incredibilmente salati! Questo dimostra che il cambiamento è possibile, e che bastano piccoli passi costanti per migliorare il nostro rapporto con il cibo.
5. Conclusione
5.1 Un equilibrio possibile: mangiare bene senza esagerare con il sale
Quando si parla di sale e salute, il messaggio non deve essere quello della privazione assoluta, ma della consapevolezza. La privazione assoluta, in generale, non è mai una strada perseguibile nel lungo periodo.
Il sale è un ingrediente che, se usato con misura, può tranquillamente far parte di una dieta sana ed equilibrata. Anzi, non va bene nemmeno l’esclusione completa!! Il problema nasce quando il consumo quotidiano, spesso inconsapevole, supera abbondantemente le quantità raccomandate, esponendoci a rischi concreti per la salute.
Il segreto sta nel trovare un equilibrio: imparare a esaltare il gusto naturale degli alimenti, scoprire il piacere delle spezie, delle erbe aromatiche e delle tecniche di cucina che valorizzano i sapori senza bisogno di coprirli.
5.2 L’importanza di una dieta consapevole e personalizzata
Ogni persona è unica e il fabbisogno di sodio può variare in base a età, stato di salute, livello di attività fisica e condizioni particolari come la gravidanza o alcune patologie.
Per questo motivo, è fondamentale che la riduzione del sale sia personalizzata, integrandola in un percorso nutrizionale complessivo che tenga conto delle esigenze individuali.
Durante i percorsi che seguo quotidianamente, aiuto le persone a costruire abitudini sostenibili, capaci di durare nel tempo e di migliorare non solo i valori ematici, ma anche il benessere generale e la qualità della vita.

5.3 Quando rivolgersi al nutrizionista per gestire il consumo di sodio
Se hai dubbi sulla quantità di sale che assumi, se soffri di pressione alta, ritenzione idrica o semplicemente vuoi migliorare il tuo stile alimentare, affidarsi ad un nutrizionista può fare davvero la differenza.
Un professionista ti aiuterà a:
- Analizzare il tuo consumo reale di sale.
- Imparare a riconoscere il sodio nascosto negli alimenti.
- Costruire un piano alimentare che riduca il sale senza sacrificare il gusto.
- Monitorare i miglioramenti nel tempo e adattare la dieta alle tue esigenze.
Investire nella tua salute significa anche imparare a fare scelte più consapevoli ogni giorno, a partire da quello che metti nel piatto.
6. Domande Frequenti (FAQ)
- Non aggiungere sale nelle pappe e nei cibi per lo svezzamento.
- Usare spezie ed erbe aromatiche per insaporire i piatti.
- Evitare prodotti confezionati troppo salati (come merendine salate o snack industriali).
- Dare il buon esempio: se tutta la famiglia mangia meno salato, il bambino si adatterà naturalmente.
Bibliografia
- Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Guideline: Sodium intake for adults and children – World Health Organization, 2012. - Ministero della Salute – Governo Italiano
Linee guida per una sana alimentazione
Portale ufficiale: www.salute.gov.it → Sezione “Stili di Vita e Alimentazione” - Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU)
LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana, IV Revisione. - Istituto Superiore di Sanità (ISS)
Consumo di sale e rischio cardiovascolare – pubblicazioni e dossier scientifici - He, F. J., & MacGregor, G. A. (2009).
A comprehensive review on salt and health and current experience of worldwide salt reduction programmes. Journal of Human Hypertension, 23(6), 363–384. - Strazzullo, P., et al. (2009).
Salt intake, stroke, and cardiovascular disease: meta-analysis of prospective studies. BMJ, 339, b4567.